L’Italia è un paese meraviglioso le cui suggestioni paesaggistiche vengono universalmente riproposte perfino in altri contesti ambientali (dall’America all’Australia), quali elementi di bellezza universale.

L’alto valore paesaggistico dei nostri boschi, il reticolo collinare costituito dei “campi chiusi”, la regolarità geometrica dei vigneti a “ritto-chino”, le formazioni di appoderamento diffuso che hanno modificato la palustre maremma nel territorio della nuova borghesia, gli oliveti collinari che sembrano arrotondare le forme del nostro territorio, formano nel complesso un paesaggio rurale di incomparabile pregio varietale, tuttavia è bene ricordarlo, NON NATURALE.

Il paesaggio nel corso degli anni è stato adeguato dalla mano dell’uomo e dai suoi fabbisogni, dalla necessità di creare reddito e consentire la vita delle proprie famiglie. La cura e l’ingegno umano hanno plasmato il territorio, sfruttandolo per il proprio sostentamento, ma al contempo avendone cura quale unica risorsa disponibile. In ogni parte del mondo lo sviluppo ha inequivocabilmente gravato sul territorio che lo ospitava, formando con esso un insolubile legame.

La Toscana è stata tra le prime regioni italiane ha dotarsi degli strumenti previsti dall’art. 143 del Codice dei Bei Culturali, grazie all’adozione del Piano di Indirizzo Territoriale con valenza paesaggistica. Tale strumento di rilevante importanza e impatto sul territorio, sottolinea ancora una volta come la Toscana sia particolarmente attenta alle tematiche di salvaguardia ambientale a tutela del patrimonio “di tutti”.

Mi permetto tuttavia una breve riflessione, da tecnico del settore che quotidianamente ondeggia tra le esigenze di sviluppo delle imprese agricole e la necessità della salvaguardia del territorio. Il patrimonio “di tutti” in realtà è formato da un reticolo variopinto di terreni privati che per il paese rappresentano una fetta consistente del P.I.L., dell’occupazione e della salvaguardia idrogeologica. Quel reticolo di piccole e grandi aziende costituisce il tessuto paesaggistico universalmente riconosciuto, costituisce vita e sviluppo per numerose famiglie e lavoratori, si configura quale indispensabile difesa del nostro valore storico, naturalistico e paesaggistico. In questi termini appare evidente come il mantenimento del paesaggio e la sua evoluzione passano attraverso la vita di migliaia di imprese agricole.

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