La pandemia da Covid-19 ha modificato le nostre abitudini e i nostri stili di vita, ci ha costretto a rivedere le nostre priorità e a modificare i nostri comportamenti in modo talmente radicale che queste nuove abitudini ci accompagneranno per i prossimi anni, mandando in soffitta quello che fino poco tempo fa erano le nostre consuetudini ed i nostri modi di fare.
Proiettando il mio pensiero alla stagione turistica 2021 non posso ovviamente immaginare quali misure di contenimento saranno adottate, tuttavia è plausibile che molti degli atteggiamenti acquisiti in questo difficile periodo, le difficoltà economiche di varie categorie e la paura di essere vulnerabili, rimarrà con noi, modificando i criteri di selezione e di scelta anche per quanto riguarda le vacanze e l’ospitality.
La stagione turistica 2020 è iniziata con mille difficoltà, in parte causate delle aperture ritardate ed in parte dovute alle difficoltà pratiche ed economiche arrecate dal mettere in atto le norme di distanziamento sociale. Per questo motivo il mio pensiero va alla stagione successiva in quanto in questo momento, come dopo un’alluvione o una tromba d’aria è necessario “salvare il salvabile”, cercare di limitare i danni e ripartire, ma sarà solo nel 2021 che le scelte fatte oggi diverranno operative e faranno la differenza rispetto a chi è riuscito a trasformare le difficoltà in opportunità e chi ha solo sperato che le cose si aggiustassero da sole.
Il mio studio è ormai abituato a far fronte alle difficoltà, fino ad oggi climatiche (alluvioni, vento, trombe d’aria) o derivate da una cattiva gestione amministrativa (aziende da ristrutturare o consolidare) e credo quindi di poter fornire un valido strumento di valutazione anche per far fronte a questa nuova criticità che sta cambiando il concetto di ricettività.
Durante lo svolgimento della mia attività professionale ho constatato infatti che in questi momenti è necessario fare uno sforzo economico e comportamentale, con investimenti mirati e finalizzati all’aggiornamento dei propri sistemi produttivi, unica via per creare nuove opportunità.
Sembra un paradosso dover spendere denaro in un momento nel quale il denaro viene a mancare, tuttavia è necessario porre attenzione a tre opportunità che si ripetono puntualmente durante le emergenze, ovvero:
 maggiore disponibilità bancaria nell’erogazione di finanziamenti agevolati e/o nel blocco temporaneo dei mutui;
 possibilità di attingere ad agevolazioni statali e/o regionali create in conseguenza dell’evento, con le quali cofinanziare e/o agevolare la riconversione o l’aggiornamento della propria struttura produttiva;
 mutamento del contesto produttivo che obbliga ciascuno di noi a ripensare alla propria attività ed al contempo ad aggiornarla attuando interventi di riqualificazione rimandati per troppi anni.
La combinazione dei tre fattori deve permettere alle imprese turistiche di realizzare un piano strategico da mettere in atto per adeguare la propria struttura ricettiva ad una nuova ospitalità.
La mia attività di Perito Agrario è ovviamente indirizzata sull’ospitalità agrituristica, tuttavia le linee di indirizzo proposte possono essere adeguate alle varie tipologie ricettive.
La Legge Regionale 30 del 23 giugno 2003 e le sue ss.mm.ii. disciplina, congiuntamente con il suo Regolamento di Attuazione 64/R/2004, lo svolgimento delle attività agrituristiche in Toscana. Lo sviluppo normativo degli ultimi 20 anni ha profondamente cambiato la tipologia delle attività esercitabili portando ad una netta differenziazione tra le aziende agrituristiche “storiche” spesso dedite al solo pernottamento, rispetto a “nuove realtà” aperte negli ultimi anni dotate di maggiori servizi.
Come avviene in moti altri settori produttivi, i mutamenti normativi ed il cambiamento degli stili di vita tendevano ad avvantaggiare le strutture di maggiori dimensioni a causa soprattutto dal rapporto prezzo/servizio, spesso sfavorevole alle strutture più piccole.
Se questo era vero fino a febbraio di quest’anno, la pandemia da Covid-19 ha rimescolato le carte, tanto che una parte del movimento turistico 2020 sta privilegiando strutture più piccole, finanche cercare la soluzione in appartamento o case vacanze, privilegiando quindi strutture ricettive che godono di un maggiore isolamento con spazi esterni indipendenti.
La stagione estiva 2020 può essere sintetizzata nella ricerca ossessiva di una piscina, dotazione sconosciuta alle prime aziende agrituristiche, diventata oggi fattore determinante per la scelta della struttura dove soggiornare.
Pensateci!
Se analizzando la vostra struttura ricettiva trovate appropriate alcune di queste considerazioni forse è il momento di ripensare al vostro concetto di ospitalità:
 non c’è il WiFi, oppure il WiFi non prende bene in tutti i punti della struttura, ma tanto non è così fondamentale;
 non dispongo di uno spazio privato con tavolo e sedie per ciascuna camera/unità abitativa, ma nessuno si è mai lamentato;
 non ho un’area esterna dove poter soggiornare in alternativa all’escursione o alla giornata di mare, se c’è è a pieno sole, se c’è devo condividerla con altre persone, ma tanto i miei ospiti vengono solo per dormire e poi vanno tutto il giorno al mare;
 non dispongo di attività ludiche, sportive o escursionistiche da proporre agli ospiti, ma tanto in zona c’è così tanto da vedere;
 non ho la piscina, ma costa troppo realizzarla;
 non ho un protocollo certificato con il quale garantisco la pulizia (ed oggi la sanificazione) degli alloggi, ma del resto chi ce l’ha.
La lista potrebbe essere molto lunga ed includere la somministrazione dei pasti o la dimensione delle camere (spesso troppo piccola), tuttavia vorrei porre l’attenzione su aspetti che molte delle aziende già attive potrebbero implementare con interventi a costo contenuto, ma che permetterebbero una riqualificazione dell’offerta ricettiva e di conseguenza l’ampliamento della platea dei possibili ospiti.
L’attività ricettiva deve aggiornarsi per far fronte alle nuove esigenze del vivere ed in questo la tecnologia potrà darci una mano per rendere il soggiorno un’esperienza da condividere e per contenere l’inquinamento sonoro tra gli alloggi, necessario per regalarci un angolo di pace. Oltre a questo le strutture ricettive dovranno adeguarsi anche rispetto alle criticità che la pandemia ha fatto emergere, cercando di ampliare i propri spazi e servizi per continuare a poter svolgere la propria attività efficacemente in risposta alle nuove esigenze.
Chiunque volesse approfondire l’argomento o avere una consulenza specializzata per la riorganizzazione o l’apertura di una struttura ricettiva può contattarmi, per ottenere un’analisi della propria situazione e valutare come poter procedere per realizzare una struttura ricettiva in grado di superare l’attuale crisi del comparto turistico.
Trasformiamo le difficoltà in opportunità.

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